Concerto 09.02.2018 Gallarate Teatro del Popolo

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Stagione musicale “Musica al Sacro Cuore”

Gallarate (VA), Teatro del Popolo

h. 21,00

“DUNQUE SARÀ PUR VERO”


I SOLISTI AMBROSIANI

Tullia Pedersoli soprano
Davide Belosio
violino
Damiano Bordoni
violino
Claudio Frigerio
violoncello
Enrico Barbagli
clavicembalo



Programma:

GIOVANNI BATTISTA BASSANI (1647-1716)
Sonata op. V n. 2 per 2 violini e continuo:
Grave, Presto, Adagio, Allegro

GIOVANNI BATTISTA BASSANI (1647-1716)
Sonata op. V n. 6 per 2 violini e continuo:
Largo, Allegro, Grave, Adagio, Prestissimo

ANTONIO CALDARA (1670-1736)
Cantata per soprano e continuo “Io crudele?”:
Recitativo (Io crudele?)
Aria, Allegro (Non trovo fedeltà)
Recitativo (Sì, ch’io più tua non sono)
Aria, Allegro (Dunque incolpa l’incostanza)

GIOVANNI BATTISTA BASSANI (1647-1716)
Sonata op. V n. 7 per 2 violini e continuo:
Allegro, Grave, Allegro, Adagio, Allegro

GEORG FRIEDRICH HAENDEL (1685-1759)
Cantata drammatica “Agrippina condotta a morire” (Dunque sarà pur vero) HWV 110:

Recitativo (Dunque sarà pur vero)
Aria (Orrida, oscura)
Recitativo (Ma pria che d’empia morte)
Aria (Renda cenere il tiranno)
Recitativo (Sì, sì del gran tiranno)
Aria (Come, o Dio!)
Aria (Se infelice al mondo vissi)
Recitativo (Trema l’ingrato figlio)
Aria (Su lacerate il seno)
Recitativo (Ecco a morte già corro)[/vc_column_text][vc_gmaps link=”#E-8_JTNDaWZyYW1lJTIwc3JjJTNEJTIyaHR0cHMlM0ElMkYlMkZ3d3cuZ29vZ2xlLmNvbSUyRm1hcHMlMkZlbWJlZCUzRnBiJTNEJTIxMW0xOCUyMTFtMTIlMjExbTMlMjExZDI3ODguNTkwNjUzMTU3MTgwNCUyMTJkOC43ODU1NDE0NTAzMjI1MDglMjEzZDQ1LjY1OTA0MTY3OTAwMTE0JTIxMm0zJTIxMWYwJTIxMmYwJTIxM2YwJTIxM20yJTIxMWkxMDI0JTIxMmk3NjglMjE0ZjEzLjElMjEzbTMlMjExbTIlMjExczB4NDc4Njg5ZTcxOTc4ZmY1MSUyNTNBMHhkZTFhMTMwYWQyZWI0MjBkJTIxMnNUZWF0cm8lMkJEZWwlMkJQb3BvbG8lMjE1ZTAlMjEzbTIlMjExc2l0JTIxMnNpdCUyMTR2MTUwODU4MzcwODIxNiUyMiUyMHdpZHRoJTNEJTIyNjAwJTIyJTIwaGVpZ2h0JTNEJTIyNDUwJTIyJTIwZnJhbWVib3JkZXIlM0QlMjIwJTIyJTIwc3R5bGUlM0QlMjJib3JkZXIlM0EwJTIyJTIwYWxsb3dmdWxsc2NyZWVuJTNFJTNDJTJGaWZyYW1lJTNF”][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text]

“Dunque sarà pur vero”

Roma nel primo Settecento fu palcoscenico di eventi spettacolari e
musicali dalla forte valenza ideologica, celebrativa e politica, che
ebbero talvolta importanti ricadute sugli stili compositivi e
drammaturgici.
Haendel, giunto in Italia per perfezionare la propria conoscenza in
materia musicale, scrisse a Roma circa centocinquanta cantate,
considerando le composizioni probabilmente disperse. A
commissionare le cantate al maestro sassone furono due prelati
aristocratici, Benedetto Pamphili e Pietro Ottoboni (protettore anche di
Antonio Caldara), e soprattutto il marchese Francesco Ruspoli, un
mecenate presso il quale Händel soggiornò per tre lunghi periodi
(maggio-ottobre 1707, febbraio-maggio 1708, luglio-novembre 1708)
con l’incarico principale di fornire settimanalmente una nuova
cantata, da eseguirsi di domenica; ciò costituirà per Handel una
scuola di perfezionamento che lo porterà a comporre opere teatrali di
ineguagliata bellezza.
Espressività drammatica, virtuosistiche linee vocali e vigore
strumentale si fondono in un programma di rara esecuzione e
pregevole fattura: un caleidoscopio di emozioni, nell’avvincente
alternanza di ariosi e recitativi che riportano in vita antiche vicende…
ombre e luci, fasti e decadenza, amore e morte.
“Dunque sarà pur vero”, racconta infatti la drammatica storia di
Agrippina, condannata a morte dallo stesso figlio Nerone, e
combattuta fra il risentimento e l’amore materno, che infine prevale
quando ella si offre ai propri carnefici.
Legata ai fasti della classicità latina, la cantata “Donna illustre del
Latio” è un componimento di carattere celebrativo, dedicato ad
Isabella Tarquinia Ottoboni, zia del potente cardinale Pietro Ottoboni,
nato a Venezia, cui Albinoni aveva dedicato la sua prima opera nel
1694.
Molto probabilmente, questa cantata fu eseguita a Roma ad
un’accademia presso il palazzo dell’alto prelato. Tarquinia è lodata
ugualmente per la sua bellezza e per la sua virtù. Se la prima aria è di
tono leggiadro, la seconda ha un incedere più solenne, dal momento
che la modestia femminile non è qualcosa da prendere alla leggera. A
questa seconda aria Albinoni aggiunge un brevissimo recitativo, che
sfocia in un finale fugato dall’incedere trionfante, quasi ad eternare la
memoria della dedicataria.
A completamento del programma, alcune Sonate dall’op. V di
Giovanni Battista Bassani per due violini e continuo, nelle quali si
possono percepire crepuscolari riverberi dello stile corelliano.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Concerto 09.02.2018 Gallarate Teatro del Popolo